PARTITUREGabriele Marturano

irene

PARTITUREGabriele Marturano
irene

Finalmente ogni cosa è al suo posto. Finalmente, ogni cosa: cifre con zeri crescenti in banca; la pancia piatta e il culo sodo; il Nobel in bella vista sulla mensola sopra la scrivania, a vegliare l'ispirazione; gli esiti meravigliosamente e sfacciatamente giovanili del check-up annuale; l'Ego, imperlato, che emerge dal mare di parole della stampa, incorniciato negli acquari lungo il corridoio.
Persino la testa di suo marito dal cestino la guarda serena, come mai era accaduto.
Per umettarsi un poco le labbra sorseggia del vino francese da tremila euro di cui ignora il nome, dopodiché abbranca, con l'elegante manicure, una sedia di design e la lancia, garbatamente, contro la vetrata dell'appartamento. È proprio vero, questi vetri sono resistenti a tutto; infatti rimbalzando la sedia urta il cestino che cade su un fianco da cui fa capolino, curiosando educatamente, il naso da puttaniere del consorte.
Per vinta non si è data mai e non comincerà adesso, è sempre così che ha ottenuto i successi che l'hanno resa unica; ed è così che, dopo il quarto tentativo, raggiunge il suo obiettivo: finestra sfondata.
Allora si aggiusta la frangetta, sistema la gonna, cambia la camicetta perché leggermente alonata sotto le ascelle, e si ripresenta davanti al cielo in frantumi. L'aria del quarantasettesimo piano la ossigena di gioia.
Si china, flettendo le ginocchia, verso il cestino rovesciato da cui, con un palmo sotto l'epiglottide e una mano stretta ai capelli, solleva la testa maritale, il cui tepore viscido del miscuglio organico ricorda piacevolmente certi impasti per torta, e attraversando il soggiorno la adagia nella vasca da bagno.
In pochi istanti la temperatura dell'acqua è perfetta, aveva ragione l'idraulico; con delicatezza friziona i capelli e nette le guance, insapona, risciacqua, asciuga e bacia in fronte.
Torna poi nella zona living, sistema sul pouf il marito, che la fissa col suo tipico sguardo vacuo e amorevole, si sfila le Louboutin e come ai tempi della medaglia d'oro ai giochi della gioventù, un-due-tre e si tuffa: dal vuoto vetrato nelle profondità dell'azzurro.