Piccola mappa per i giorni comuni
Basta pure
Basta pure rado un vento
se frastorna d'ocra il giorno,
poche gocce d'acqua e sabbia
per disorientare i sogni
sulla soglia dei solstizi
che dobbiamo oltrepassare.
E sarà lo stesso inverno
poi, sui semi di domani,
con il buio delle cinque,
ghiaccio attorno a ogni pensiero.
Con sapori in più di luce,
di assetati desideri
che ci peseranno a fianco,
quando il tempo eterno è un lampo
e gli altri anime lontane.
2. Al contrario (chiamami lontano)
Chiamami lontano
da tutte le parole che ho suonato
per esistere al contrario,
dall'oro dei tuoi passi che promettono
l'estate, dal chiacchierare
esausto delle vecchie sui balconi.
Dammi l'altra mano:
conduci i miei pensieri fino al bordo
dei piaceri che hai scartato,
convincimi a resistere ai richiami
di altri giorni e ad ogni polline
nutrito dagli scoli di grondaia.
Chiamami, ma piano,
e portami lontano nei deserti
che il mio tempo ha costruito
e con pazienza maniacale, guarda
solo alle mie mani mentre
tremano (se ti cercano nell'aria).
3. A margine
Non ha mano, né gli occhi
questo tuo esistere accanto a ogni cosa,
lo stare di fianco alle orme dei lampi
felici, ai crampi di noia,
al denso vapore di quiete
e tepore del primo meriggio
stornato di voci lontane
e leggere, vibrate
nell'aria in arcate di luce.
E mi cerco con te
tra gli eterni pulviscoli di inutili
incanti di storie che stendono
i tempi come un elastico,
andata e ritorni d'un viaggio
tentato, quando dimentica
il mondo di averci trovato.
4. Le mie ore (Rimane, sai, più vivo)
Rimane, sai, più vivo
nel silenzio delle ore dilatate
dall'estate che ci balla
nella mente, il matido annaspare,
tra il vapore e tra i pensieri,
delle braccia che domandano
il segreto che conosci tu
soltanto, per riprendere
il sentiero che conduca
finalmente le mie carni
nel rifugio che hai lasciato
quando avevi ancora fiato
a sufficienza per urlare.
È il fumo di esistenze consumate
dalla sorte e dalle smanie
per stagioni mai venute: fantasma
di discorsi impronunciabili
o affrettate conclusioni,
forse il segno che aspettavi
per decidere di togliere
le tende e cominciare, come un santo,
a non rispondere a nessuno
che non sappia anche volare.
5. Tu sai della mia mente
Tu sai della mia mente
quando appicca i bianchi incendi
tra le nuvole che paiono
i respiri dei miei poveri
falò di desideri e di paure
inattuali. Conosci del silenzio
il timbro e il tono della luce
che ci lacrima negli occhi,
se guardiamo al nostro cielo
ignari e liberi dai suoni
del futuro e del passato.
È niente, eppure è tutto
il poco azzurro che rimane
tra lo spazio e le cimase
dei palazzi che abitiamo.
È tutto, eppure è niente
se non posso confidarlo
più a nessuno che c'è stato
un tempo vergine di angosce
che danzavano nel vento.